... E molti non lo nacquero ... Ahahahahahah
Al giorno d’oggi, soprattutto da parte
delle donne, non si fa altro che parlare di parità dei sessi. Certo è vero, noi
donne veniamo discriminate! È inutile nascondersi dietro un dito: lo siamo
nella politica, nel lavoro e probabilmente anche nella vita di tutti i giorni.
Non lo scrivo perché sono una femminista
convinta, anzi, ma perché è quello che vedo guardandomi intorno. Avendo un’età
in cui si presuppone che io abbia già una famiglia, o quantomeno ci stia
pensando, è capitato che nei colloqui di lavoro mi venisse fatta la fatidica
domanda “Lei sta pensando di avere figli?”. Una volta penso di aver risposto
“Mah, sa com'è, mi manca la materia prima quindi è un po’ difficile che ne
abbia nell'immediato”. Ora, ma se anche fosse, questo fa di me una cattiva
lavoratrice? O una persona poco affidabile perché “Oddio se il bambino si
ammala questa mi chiede permessi su permessi?”.
Ad ogni modo, lo scopo del post non era
una dissertazione sul maschilismo incombente dell’Italia nel 2014 ma,
piuttosto, del femminismo (chiamato anche pari opportunità) visto dalle donne
dell’Italia 2014.
Da qualche anno a questa parte mi sono
resa conto che la massima espressione della parità uomo-donna è rappresentata
dallo spogliarello (più o meno integrale) dell’8 di marzo (non voglio stare qui
a spiegarvi neanche il significato di questa data) / addio al nubilato /
compleanno / qualsiasi occasione in cui un uomo debba spogliarsi.
Io, a trent'anni, lo trovo sinceramente
un po’ triste. Per carità, mi è capitato di vedere degli spogliarelli e non
dico che non siano piacevoli (se non sono esagerati), ma quello che trovo triste
sono le reazioni delle “signore” davanti ad un bel giovanotto mezzo nudo. Degli
uomini diciamo spesso “Cavolo sembra che non abbia mai visto una donna”, ma anche
quest’ultima non scherza!!
Alcune cose, poi, mi lasciano senza
parole e mi fanno spesso pensare che, forse, io della vita non ho capito
niente! Ahahahahahah
Una delle mie passioni è il
latinoamericano. Mi piace andare a ballare e lo faccio per divertirmi, non con secondi fini ne per “strusciarmi” con
l’animatore di turno. Gli uomini che non frequentano, generalmente, non vedono
mai di buon occhio quest’ambiente, non tanto per poca fiducia nelle loro
compagne, quanto per poca fiducia nei loro simili.
Beh, io credo che la tendenza sia
invertita! Adesso sono le donne dalle quali l’animatore si deve ben guardare.
Molto spesso anche la donna dell’animatore!!
Per chi non fosse dell’ambiente, spiego
brevemente come funziona in linea di massima: generalmente ogni locale che
propone latinoamericano ha delle liste che possono essere di PR che vogliono
arrotondare oppure di scuole vere e proprie che fanno animazione o in uno o più
locali.
Nel secondo caso, ovviamente, le persone
che frequentano il locale si aspettano di essere intrattenute dalla persona che
lavora per la loro scuola che, di solito, è di bella presenza (credetemi! Non
tutti) ed anche tendenzialmente giovane (anche qui… non tutti!).
Al giorno d’oggi, non è più l’animatrice
che deve “avere paura” ad uscire dal locale da sola (l’espressione tra
virgolette è utilizzata in modo ironico) perché le scene che si presentano ai
nostri occhi sono queste: l’animatore giovincello inizia la serata invitando
una persona a caso e, finito di ballare con la suddetta, ha già pronta la fila
di donne che fanno a gara per accaparrarselo per prime!! Ballando poi
avvinghiate al poverello come se non ci fosse un domani… Di contro, è
l’animatrice che va ad invitare gli uomini presenti in sala, che generalmente,
stazionano nell'area bar. No, non so se ti sei accorto che non siamo in una
discoteca e, si presuppone, che tu sia venuto qui ballare!
Ok, voi direte, abbiamo capito che
l’animatore dovrebbe girare con una bodyguard, ma la donna dell’animatore che
c’entra? Lei, la poverina, non viene in nessun modo calcolata. Anche se è
presente e conosciuta. Non c’è più rispetto per il ruolo e, soprattutto, per i
sentimenti altrui. Questo, forse, è anche un po’ dovuto alla promiscuità
dell’ambiente (si lo devo riconoscere) in cui tutti (o quasi) vanno con tutti
(o quasi). Lo so non vi sto presentando un bel quadro ma, purtroppo, io
personalmente la vedo così.
Detto questo, care donne, la parità dei
sessi, a mio avviso, non è andare a vedere lo spogliarello o sbavare sul
malcapitato di turno, ma affermare ciò che siamo: essere umani con un cervello
funzionante che merita di essere trattato al pari del suo equivalente maschile.
Perché se no non possiamo lamentarci di non trovare “un
ragazzo/uomo serio” se il “non impegnativo” che loro cercano lo trovano
facilmente. E ricordiamoci che chi è causa del suo mal, pianga se stesso (in
questo caso mi riferisco alla categoria e non al singolo).